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Da giovane parroco a frate francescano 03 Giu 2017

Beato Andrea da Spello

Religioso sacerdote (1194–1254)
Memoria liturgica: 3 giugno

Nacque a Spello, in Umbria, il 30 novembre 1194, dalla nobile famiglia Caccioli. Fu educato secondo i sani princìpi della fede cristiana e si distinse presto per la bontà con cui trattava il prossimo. Spesso amava ritirarsi, solitario, in preghiera; luogo preferito era il Monte Subasio, dove sorgevano due monasteri: quello dei benedettini e quello delle clarisse.

La consacrazione al Signore fu meditata a lungo, e si concretizzò a ventidue anni quando venne ordinato sacerdote dal Vescovo di Spoleto (1216). Un anno dopo, rimasta vacante la parrocchia del suo paese, tutti videro in lui il successore ideale: aveva solo ventitrè anni.

Poco distante da Spello, alcuni anni prima, Francesco d’Assisi aveva dato vita al movimento dei Frati Minori. Nel suo peregrinare il Poverello contagiava molti, che sceglievano di vivere, come lui, distaccati dalle cose terrene; le comunità francescane si diffondevano ovunque; Andrea ne era affascinato.

Il giovane parroco si prodigava instancabilmente nella cura delle anime affidategli, ma era anche attratto dalla preghiera contemplativa che solo un convento può assicurare. Il sospirato incontro con il Padre Serafico avvenne nel monastero delle clarisse di Vallegloria. Francesco gli disse che avrebbe dovuto essere parroco ancora per qualche tempo, per condurre a termine i lavori intrapresi e per badare alla mamma anziana: il Signore avrebbe disposto al meglio ogni cosa. Con l’animo più sollevato, Andrea resse ancora per quattro anni la parrocchia; solo dopo la morte della mamma si ritenne libero di andare dal Vescovo e manifestare i suoi propositi. La notizia si diffuse in un baleno; molti cercarono di fargli cambiare idea ma, arrivato il permesso, Andrea benedisse tutti e lasciò Spello per trasferirsi al convento di S. Maria degli Angeli di Assisi; aveva ventinove anni. Prima di partire, come prevede la regola francescana, vendette tutti i suoi beni per distribuirne il ricavato ai poveri.

Il giovane sacerdote fu accolto da san Francesco, che volle dargli personalmente il povero saio. Andrea visse l’anno di noviziato proprio nella comunità primitiva, ed emise la professione solenne prostrato davanti al Serafico Padre: era il primo parroco-sacerdote che diventava frate.

Il Santo di Assisi morì, logorato dalle fatiche, il 3 ottobre 1226. Tra i presenti c’era il nostro Beato, cui il Poverello raccomandò l’importanza della proclamazione della Parola di Dio. Dopo tale consegna, Andrea rinunciò alla vita eremitica per annunziare a tutti il Vangelo. Suo direttore spirituale divenne il b. Egidio.

Andrea assistette alla canonizzazione di Francesco, che avvenne ad Assisi due anni dopo la sua morte, ad opera di papa Gregorio IX, il 16 luglio 1228. Il giorno successivo si pose mano alla costruzione della nuova basilica, ai cui lavori presenziò anche il nostro Beato. Ultimata la costruzione dell’attuale Basilica inferiore, il 25 maggio 1230 vi si fece la solenne traslazione del corpo del Santo. In quell’occasione, Andrea ebbe l’ispirazione di chiedere al Papa la consacrazione della chiesa di S. Lorenzo di Spello: in un tripudio di gioia, il corteo papale giunse nella cittadina e si procedette alla celebrazione.

Nel 1233 Andrea venne inviato in Spagna al Capitolo dei Frati di Soria. Si verificò in quell’occasione il miracolo che lo avrebbe reso famoso come “il santo delle acque”. Vi era in quelle terre una gravissima siccità; la popolazione, molto provata, si rivolse ai frati. Questi invitarono Andrea a tenere alcune predicazioni penitenziali, anche se era straniero e le sue doti oratorie non erano particolarmente conosciute. Gli argomenti da lui trattati furono il peccato, il castigo di Dio, il pentimento e la divina misericordia. I fedeli rimasero molto colpiti, e in breve tempo arrivò la pioggia; il successivo raccolto fu particolarmente abbondante.

Qualche tempo dopo, ecco un altro fatto altrettanto prodigioso. Avvenne che le clarisse di Vallegloria rimasero senz’acqua, tanto da essere costrette a uscire fuori dalle mura della clausura per approvvigionarsene. Le monache si rivolsero ad Andrea piene di fiducia; il frate disse loro di pregare e di meritare la grazia con una santa condotta di vita, e poco tempo dopo fu scoperta una fonte dentro il convento.

Andrea fu poi nominato predicatore dell’Ordine, col permesso di predicare sempre e ovunque. Iniziò nel 1235 e per otto anni fu instancabile: si recò a Verona, Como, Crema, Padova, Reggio Emilia, Roma e anche in Francia; quando le chiese non erano sufficientemente capienti, predicava in piazza.

Carico di fatiche e d’anni, i suoi concittadini di Spello manifestarono il desiderio che concludesse la sua vita tra loro. Offrirono all’Ordine la chiesa di S. Andrea Apostolo con i locali annessi, chiedendo al Ministro Generale, fra Giovanni da Parma, di mandare una comunità di frati. L’offerta fu accolta e fra Andrea fu eletto guardiano nel 1253. Ormai i suoi malanni erano numerosi; si aggiunsero anche alcune aridità spirituali. Confortato dai sacramenti e dalla presenza del beato Egidio, Andrea spirò il 3 giugno 1254, a sessant’anni, predicendo a fra Tommaso l’elezione a Ministro Provinciale.

In SANTI NOSTRI QUOTIDIANI, di Cornelio Pallares
dal n. 3/2016 della Rivista Porziuncola



Cornelio Pallares Rivista Porziuncola Santi Santità Spello

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